Dinamiche di scambio è una pubblicazione che nasce come raccolta degli atti del convegno di studi e della retrospettiva « Trasfigurazioni. La pittura nel cinema », organizzata nel 2001 dal Dipartimento della Comunicazione Letteraria e dello Spettacolo dell’Università degli Studi di Roma Tre con la collaborazione del Comune di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali, Ministero per i Beni e le Attività Culturali – della Direzione Generale per il Cinema e della Fondazione Scuola Nazionale di Cinema – Cineteca Nazionale. Curata dal docente universitario del DAMS di Roma Tre, Leonardo De Franceschi, l’opera, proprio in virtù della sua origine convegnistica, si offre a noi lettori come un prodotto caratteristico, di verifica e di riflessione dei rapporti tra cinema e pittura nel contesto storico-teorico contemporaneo, attraverso lo scambio e le interazioni di diversi saggisti, storici del cinema e dell’arte (ma potremmo qui usare il plurale delle arti, visto che contiene scritti anche sulle nuove arti visive, digitali, video, ecc.) che si sono interrogati sull’argomento.
Così, anche se numerosi e rilevanti sono i volumi e le pubblicazioni che hanno studiato le dinamiche di scambio fra cinema e pittura (Jacques Aumont, L’occhio interminabile, Marsilio, Venezia, 1991 e Antonio Costa, Il cinema e le arti visive, Einaudi, Torino, 2002: solo per fare due esempi piuttosto recenti), lo scritto curato da De Franceschi risulta essere uno strumento valido per ripensare consapevolmente le nature essenziali, le differenze e i rapporti dell’arte pittorica e di quella cinematografica, visto che i contatti risultano essere oggigiorno sempre più fertili di sviluppi sia nella produzione di autori chiave del cinema contemporaneo (tre esempi su tutti: Sokurov, Egoyan e Kitano), sia nelle pratiche stesse delle arti visive, sempre più forme d’arte ibride tra pittura, cinema, installazione, video-proiezione, ecc. L’analisi del rapporto cinema-pittura diviene così nel testo, non solo momento di confronto fra le specificità delle due arti, ma soprattutto occasione fondamentale per una costante interrogazione sull’immagine, sul suo statuto e sul suo ruolo nell’attuale panorama mediatico-tecnologico (non va dimenticata, infatti, la rivoluzione introdotta in tale sistema comunicativo dalla tecnica digitale), alla luce del suo passato e dei « dispositivi-matrice » – come la fotografia e la pittura, per l’appunto – che hanno accompagnato la sua nascita ed il suo futuro.
L’opera si articola in 7 sezioni, ognuna composta di saggi di diversi autori: Premesse, oltre all’introduzione del curatore, presenta un saggio teorico sui rapporti tra cinema, fotografia e pittura di Lino Miccichè; Questioni propone due saggi accomunati da un approccio sistemico, uno di Pietro Montani che analizza l’operazione di rilettura della pittura manieristica ne La ricotta (1963) di Pier Paolo Pasolini e l’altro di Paolo Berretto che mostra, attraverso diversi esempi di film tratti dalla storia del cinema mondiale, i processi di visualizzazione complessi che li animano; Critica d’arte fra pensiero e prassi ricostruisce, attraverso i saggi di Lorenzo Cuccu e Massimo Galimberti, due delle figure capitali della critica d’arte italiana: Carlo Ludovico Raggianti e Roberto Longhi, autori che hanno avuto un ruolo fondamentale nel rinnovamento dei rapporti tra cinema e pittura; Sconfinamenti riunisce interventi compositi su singoli autori, opere e questioni generali rilevanti nel complesso delle relazioni cinema-pittura; Flashback/Flashfoward prospetta uno sguardo biunivoco retrò e progressista con il quale leggere le interrelazioni cinema-pittura, attraverso i saggi di Antonio Costa e di Sandra Lischi, che esaminano il ruolo del cinema e della pittura rispettivamente nello spazio museale e nella videoarte; Iconologia, infine, offre due esempi di comparazione tra testi cinematografici e pittorici, con i saggi di Lucia Cardone e Raul Grisolia, che raffrontano, il primo la filmografia di Raffaello Matarazzo con i fotoromanzi di « Grand Hôtel » e il secondo l’universo pittorico di Salvador Dalí con l’arte cinematografica di Alfred Hitchock e Luis Buñuel, registi che stabilirono contatti diretti con l’arte del pittore catalano. Conclude l’opera la sezione Apparati, con un commentato repertorio bibliografico, l’indice dei nomi ed il quanto mai immancabile in questo caso, elenco delle illustrazioni.
Cinema/Pittura è in conclusione opera composita e articolata, per tutti quelli che vogliono approfondire sistematicamente le problematiche inerenti agli scambi intersemiotici tra l’arte della pittura e del cinema nelle loro attuali configurazioni e nello stesso tempo riflettere sulle ultime considerazioni e proponimenti in materia promossi nello studio accademico